La fondazione Walther Amonn
Nel 1958 Walther Amonn, commerciante bolzanino e mecenate, comprò il complesso, utilizzato fino ad allora per fini agricoli. Lo fece restaurare con grande dispendio di denaro e lo arredò con oggetti artistici di epoche diverse, artigianato artistico folcloristico e anche con una collezione di quadri di artisti tirolesi contemporanei. Infine rese accessibile al pubblico il complesso nell’ambito della Fondazione Walther Amonn.
Per l’inaugurazione del museo Walter Amonn scrisse quattro anni prima della sua morte:
Per me non è semplice esprimermi sul senso e sulla finalità della mia fondazione. Già dalla mia gioventù fui animato, oltre che dalla passione per il costruire, dalla gioia del collezionare. Non procede- vo secondo uno schema predefinito, ma collezionavo tutti gli oggetti che mi piacevano per la loro conformazione artistica. Ben presto tuttavia l’arte, l’artigianato artistico e gli oggetti della cultura abitativa del nostro territorio iniziarono a svolgere un ruolo di primo piano. Questa mia passione è certamente riconducibile al fatto che spesso, durante la mia lunga vita, fui testimone di gravi pericoli per la nostra patria: le guerre mondiali, le dittature di Mussolini e Hitler e di conseguenza gli sfortunati accordi sulle opzioni hanno rappresentato serie minacce per la nostra terra e i suoi abitanti. È per questo motivo che il sottoscritto e tanti altri collezionisti iniziammo ad appassionarci per tutto ciò che era specificatamente tirolese. Cercammo quindi di salvare e preservare l’antico patrimonio culturale della nostra patria di cui i potenti del tempo volevano privarci. È così che nacque gradualmente una grande e significativa collezione che ho continuato ad ampliare e allargare anche dopo la guerra, concentrando il mio interesse in particolar modo sulla pittura contemporanea. Nel 1956 riuscii ad acquistare Castel Moos-Schulthaus, che al tempo era completamente in rovina. I lavori di restauro, che si protrassero dal 1958 al 1965, portarono alla luce affreschi e pannellature di grande pregio storico-artistico. Ebbi così la possibilità di utilizzare una parte delle mie collezioni per arredare e allestire con stile le tante e differenti stanze di questa dimora. L’arredo del castello ha sempre preso forma in armonia con tutti gli elementi costruttivi e gli oggetti presenti. Spesso mi sono trovato a spostare mobili, quadri o sculture per trovare la collocazione giusta. Se in un’epoca di grandi distruzioni e deturpazioni sono riuscito a offrire un piccolo contributo alla preservazione di valori culturali ed estetici, questa è la più grande soddisfazione che possa avere.
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